Cenni storici su Monte Romano
Brevi cenni su fatti storici ed elementi documentali che portarono alla nascita della comunità di Monte Romano e degli usi civici, nonché alla fondazione dell’Università Agraria.
Il toponimo di Monte Romano, come indicativo di una località, esistette ancor prima che l’attuale abitato sorgesse e lo troviamo enunciato in alcuni documenti storici: nel 1443 il cardinale Ludovico Scarampi affitta per 800 ducati dalla Dogana dei Pascoli, istituzione dipendente dalla Camera Apostolica creata per la gestione dei pascoli di proprietà della Chiesa, i pascoli di Rispampani, Campo Maggiore, Monte Romano e Civitella.
Il 4-9 agosto 1456 il Pontefice Calisto III Borgia (1455-1458) inviava Lettre Apostoliche al Vice tesoriere Camerale con le quali lo autorizzava a cedere ai Fratelli del Capitolato dell’Ospedale di S. Spirito in Sassia per il prezzo di dodicimila fiorini d’oro (soldi che sarebbero serviti per la guerra contro i turchi) varie terre e Castelli posti nel territorio del Patrimonio di S. Pietro, con il corredo e l’aggiunzione di tutti gli attributi della giurisdizione feudale. Fra i castelli nominativamente indicati troviamo il territorio e castello diruto di Respampani, con la Rocca di Monte Romano e la tenuta di Campomaggiore.
L’11 settembre 1456 con breve del Pontefice Calisto III si concede all’Archispedale di S. Spirito in Sassia il dominio fondiario e giurisdizionale sulle tenute sopra citate.
Il 18 luglio 1664 con Bolla del Pontefice Alessandro VII, aderendo ad analoga richiesta del Precettore dell’Archispedale di Santo Spirito, si autorizza l’Ospedale medesimo a riedificare in luogo più adatto il Castello di Monte Romano, di chiamarvi nuovi abitatori e di concedere a costoro aree per fabbricare case e terre da coltivare in concessione perpetua.
Il 10 gennaio 1665 con l’Editto e Notificazione di Monsignor Francesco Maria Febei, Precettore dell’Archispedale di S. Spirito, al fine di ridurre a coltura tutte le terre di Monte Romano, ottenuta la specifica autorizzazione da Papa Alessandro VII, il quale la concesse con suo Chirografo del 18 luglio 1664, si invitava chiunque volesse, di venire a fabbricare ed abitare nel nuovo castello, che si sarebbe dovuto chiamare Castello Alessandro dal nome del Regnante Pontefice, con il dettagliato elenco delle condizioni che sarebbero state osservate inviolabilmente. Su tutto il territorio l’Ospedale di Santo Spirito, oltre il dominio fondiario aveva anche l’esercizio della giurisdizione civile e criminale , un vero e proprio dominio feudale, e proprio in virtù di questa prerogativa il Pio Istituto si servì dello “Ius coadunandi”, cioè del diritto di chiamare gente a popolare il luogo e coltivarlo, assicurando ad essa i mezzi di necessaria sussistenza e procurando a sé maggiori e più sicuri redditi dai latifondi per lo più deserti. Con l’articolo VII dell’Editto Febei si garantiva agli abitatori del Castello il privilegio della testa del quarto, con dichiarazione che solo su quello che del quarto da arare fosse rimasto dopo una tale scelta, avrebbero potuto concorrere i lavoratori forestieri. Si garantiva altresì agli abitatori del luogo la preferenza nello smacchiamento e nella coltivazione delle terre che si sarebbero potute gradualmente ridurre a coltura.
Il 29 marzo 1851 con rogito notaio Luigi Fattori, tra la Venerabile casa di S. Spirito in Sassia e il Comune di Monte Romano si attua la rinuncia giurisdizionale baronale dell’Ospedale con conseguente cessazione del Regime Feudale ed erezione di Monte Romano in libero Comune. I motivi di questa rinuncia sono presenti nell’istanza presentata dall’Ospedale al Papa : <>. In effetti, quelle che sembrano elargizioni per il nuovo comune si rivelano un vantaggio economico per l’Ospedale. Le cosidette elargizioni stipulate nel rogito sono le seguenti:
1° . Il diritto di legnatico limitatamente al pascolare di S. Vincenzo ed escluso quel diritto in ogni altro luogo conforme, la Commissione Municipale emette formale rinuncia;
2°. L’obbligo della Pia Casa di dare ai poveri 50 Rubbia di terre in enfiteusi per il complessivo canone di scudi 150;
3°. Esonero della decima e Guardiania;
4°. Cessione al Comune delle fontane, pubblico abbeveratoio, del cimitero, di tutte le strade, piazze e case destinate ai pubblici uffici, ma tutto ciò col trasferimento dell’obbligo al Comune di farsi le spese di ripartizione e di manutenzione in perpetuo;
5°. Cessione in enfiteusi perpetua, e cioè mediante corrisposta di altri locali per uso macello e pizzicheria;
6°. Dono di 60 scudi per far fronte all’impianto della residenza comunale.
In corrispettivo di queste elargizioni, la Commissione Municipale rinuncia a tutti i diritti <> Dopo questa stipulazione, molti e sostanziali diritti che la popolazione di Monte Romano esercitava sulle terre del tenimento, le vennero alcuni immediatamente altri successivamente tolti.
Il 24 giugno 1888 viene pubblicata la Legge sull’affrancazione delle servitù civiche, il Comune di Monte Romano compila in un primo momento, sulla scorta delle indicazioni catastali, un elenco in cui inseriva come pertinenti alla popolazione i soli usi di pascolo e legnatico sul Bosco e Pascolare di San Vincenzo, così come erano stati indicati nell’atto del 29 marzo 1851. In secondo momento il sindaco di Monte Romano, fa notare con lettera del 24 gennaio 1890, diretta al sottoprefetto di Civitavecchia che, oltre ai terreni compresi nell’elenco già trasmesso, esistevano nel Comune di Monte Romano altri terreni di proprietà dell’Istituto di santo Spirito soggetti a servitù di semina e pascolo a favore dei cittadini del Comune.
Il 4 agosto 1894 viene varata la Legge n. 397 portante l’ordinamento dei domini collettivi nelle province dell’Ex Stato pontificio. Con questa legge nelle Province degli ex stati pontifici e dell’Emilia, le università agrarie, comunanze o altre associazioni istituite a profitto della generalità degli abitanti di un Comune sono considerate persone giuridiche ed entro un anno dalla pubblicazione della legge dovevano riunirsi in assemblea per redigere la lista degli utenti e per deliberare a maggioranza assoluta di voti un regolamento dal quale dovevano risultare: il modo di amministrazione e godimento dei fondi comuni; la natura ed estensione dei fondi medesimi; i mezzi coi quali si provvedeva alla comunione; le norme per l’elezione delle cariche sociali, per la responsabilità degli amministratori, per la convocazione della assemblee; i requisiti per l’ammissione di nuovi utenti; le penalità in cui incorrono gli utenti, per contravvenzioni alle disposizioni regolamentari.
Il 16 Novembre 1894 avviene il trasferimento al Comune di Monte Romano, da parte del Pio Istituto S. Spirito, a titolo di affrancazione e mediante parziale corresponsione di canone, delle terre del Pascolare di San Vincenzo consacrato con la decisione emessa dalla Giunta degli Arbitri di Civitavecchia il 16 novembre 1894. E’ questo il primo nucleo di territorio su cui si formerà in seguito il patrimonio terriero dell’Universita’ Agraria di Monte Romano.
Il 16 luglio 1907 viene fondata l’Università Agraria di Monte Romano costituitasi in base alla legge 4 agosto 1894 n. 397. Il regolamento venne discusso ed approvato dall’assemblea generale il 20 aprile 1907, fu pubblicato all’albo pretorio del comune di Monte Romano nel giorno 24 aprile 2007 e vi rimase affisso per trenta giorni, poi discusso ed approvato nell’Assemblea generale del 14 luglio 1907.
Art. 1 del regolamento: L’Università Agraria di Monte Romano costituitasi in base alla legge 4 agosto 1894 n. 397 ha per oggetto il godimento dei prodotti di legna e di pascolo nel bosco di San Vincenzo dell’estenzione di tavole censuarie 2666,07 pari ad ettari 266.46.76 del valore approssimativo di L. 1989,13 dovute alla Pia casa di Santo Spirito in Sassia di Roma.
Art. 2 : Apparterranno all’Università Agraria oltre il terreno di cui sopra, tutte le doti e gli altri beni stabili che in seguito potranno provenire o da atto di transazione coll’Ospedale di S. Spirito in Sassia, oppure da sentenza giudiziaria, conseguenza della lite già iniziata dal Comune di Monte Romano nell’interesse del popolo contro il Pio Istituto sopraccitato. Negli appezzamenti di terreno che potranno essere coltivabili nel Pascolare S. Vincenzo e degli altri terreni che potranno provenire, coma sopra è detto, saranno esercitati i diritti di semina e di legnatico, nella forma e nella esenzione di cui ai Titoli n. 34 e 5 del presente regolamento.
Il 14 aprile 1911 con rogito Giuseppe Garroni viene redatto l’Istrumento di Concessione in enfiteusi perpetua , fatta dall’Ospedale di Santo Spirito a favore del Comune di Monte Romano per annue lire 21.500, della Tenuta Rotonda , Coste di Calisto, Prati Valli e del Ponte, oliveto del Torrione , oliveto dietro le stalle , Poggio Pecoraro, porzione della Tenuta Poggio Tondo, più fabbricati tra cui la mola in tenuta Coste di Calisto. Tutte queste enfiteusi però, anche se fatte dal Comune, in effetti furono costituite nell’interesse esclusivo dell’Università Agraria di Monte Romano, la quale, per non essere ancora legalmente costituita, non poteva obbligarsi per le enfiteusi contratte.
10 gennaio 1914 con Deliberazione 1 del Consiglio di Amministrazione viene deliberato di assegnare agli utenti che ne faranno domanda degli appezzamenti della superficie di metri quadri 800 circa nella località “Fontanile della Porta” per ricovero di animali domestici.
01 ottobre 1916 contratto di affitto tra l’Università Agraria e il Santo Spirito per l’utilizzo della Tenuta “Poggio Tondo” per ettari 911.31.09
10 novembre 1922 contratto di affitto tra l’Università Agraria e il Santo Spirito per l’utilizzo della Tenuta Ancarano della superficie di ettari 908.31.42 per il canone annuo di L. 142.100.
26 settembre 1925 “ Istromento di trasferimento di utile dominio su stabili in Monte Romano” registrato a Civitavecchia il 7 ottobre 1924 al n. 249 vol. 54 I°, tra il Comune di Monte Romano e l’Università Agraria. Il Comune trasferiva all’U.A. tutti beni ottenuti in enfiteusi perpetua dal Pio Istituto di Santo Spirito. Successivamente, con sentenza del Tribunale di Viterbo 7 marzo – 19 masggio 1945, si dichiarava avvenuta l’affrancazione dei canoni gravanti i terreni anzidetti e passati quindi nella piena e libera disponibilità dell’università Agraria di Monte Romano.
25 gennaio 1926 contratto di affitto tra l’Università Agraria e il Santo Spirito per le Tenute “Marta” di ettari 1.245.05.62 e rinnovo del contratto di affitto per la Tenuta “Poggio Tondo” di ettari 911.31.09, per il canone annuo rispettivamente di L. 185.240 e di L. 135.582,50. Oltre a ciò la Cooperativa ex Combattenti prese in affitto la Tenuta “Bandinella” della superficie di ettari 700 circa.
2 giugno 1927, il Podestà e il Presidente dell’Università Agraria di Monte Romano presentarono la denuncia ed istanza al Commissariato Usi Civici di Roma per il riconoscimento e la liquidazione degli usi civici di semina, di pascolo e di legnatico, a favore della popolazione di Monte Romano, su tutte le terre di proprietà del Pio Istituto di S. Spirito in territorio di Monte Romano, costituite dalle tenute “Marta” di circa rubbia 1.200, “Bandinella”, di circa rubbia romane 684 e “Rocca Respampani”, di circa rubbia romane 1.400, complessivamente rubbia 3.284, pari ad ettari 6.000 circa . Tra le parti furono poco dopo intavolate trattative di bonario componimento della vertenza, ma non raggiunsero alcun risultato positivo, essendosi il Pio Istituto irrigidito ne non voler riconoscere l’esistenza di alcun uso civico.
22 dicembre 1933 l’ Università Agraria con ricorso al Commissariato Usi civici di Roma e con decreto di citazione di quest’ultimo, convenne in giudizio il Pio Istituto di S. Spirito. Costituitosi il contradditorio, le parti provvidero a depositare numerosi documenti, pur cercando sempre L’U.A. di poter comporre bonariamente la vertenza, senza poter però riuscire ad ottenere la minima concessione da parte del Pio Istituto.
20 maggio 1943 con un unico atto sottoscritto tra L’Università Agraria e il Pio Istituto S. Spirito e registrato il 25 maggio 1943, i due contratti di affitto delle tenute “Ancarano” e “ Marta – Poggio Tondo” venivano prorogati a tutto il 30 settembre 1947 per un complessivo canone annuo di L. 462.922,50. Successivamente per inadempienza nei pagamenti dei canoni di affitto sorgeva controversia tra i due enti che si è risolta con la condanna dell’U.A. al pagamento di una rilevante somma ( L. 224.000.000) come da sentenza del Tribunale Civile di Roma del 19 novembre 1973 – 13 luglio 1974, passata in giudicato.
31 maggio 1950 Decreto Commissariale con il quale furono ripartiti e provvisoriamente concessi in utenza tra gli aventi diritto, ettari 630 di terreno a miglior coltura (oliveti) in favore di n. 630 assegnatari. Delle 630 quote assegnate, n° 294 che erano nel possesso degli originari assegnatari, pari ad ettari 285.59.56, sono state trasformate in enfiteusi perpetua ai sensi degli art. 7 del D.L.L. 19.10.44 n° 294, art. 10 Legge 16.6.27 n. 1766 e art. 66 D.P.R. n. 6161/77, con Decreto dell’Assessore della Regione Lazio Dr. Pietro Federico in data 15 aprile 1982. Le rimanenti quote pur essendo migliorate , occupate da terzi estranei alla ripartizione originaria, sono state considerate occupazioni illegittime e legittimate ai sensi degli articoli 9 e 10 della Legge 16 giugno 1927 n. 1766.
14 giugno 1953 decreto del Comando militare territoriale di Roma, realizzazione del poligono militare di Monte Romano mediante esproprio della tenuta “Marta” e parte della tenuta “Poggio Tondo” per circa ettari 1.800 di terreno di proprietà del Pio Istituto di S. Spirito, al quale viene corrisposta un’indennità di circa un miliardo di lire.
All’Università Agraria di Monte Romano vengono espropriati ettari 153,07 in località “Bosco San Vincenzo”con un’ indennità di esproprio pari a L. 31.000.000.
11 aprile 1962 si raggiunge un accordo di massima nella controversia tra l’U.A. e il Pio Istituto. Il Pio istituto di S. Spirito, a tacitazione di ogni e qualsiasi pretesa di usi civici e subordinatamente alla riconsegna dei terreni concessi in affitto ( Nasso – Ancarano), cede all’Università Agraria, per la popolazione utente, un ottavo in valore delle terre di sua proprietà, poste in territorio di Monte Romano, ivi comprese quelle espropriate dall’autorità militare. Le parti di comune accordo danno incarico al geom. Sante Castellani di predisporre un progetto di liquidazione sulla base di quanto convenuto.
20 luglio 1962 il geom. Castellani con perizia presentata alle parti, proponeva l’assegnazione in proprietà all’Università Agraria di ettari 722.93.20, rimanendo in conseguenza liberi al Pio Istituto ettari 4.736.69.10, in cui erano comprese anche le terre espropriate dall’autorità militare. La morosità dell’U.A. nel pagamento dei canoni scaduti per i terreni detenuti in affitto, determinò più volte la sospensione della transazione della controversia.
12 febbraio 1975 viene varata la Legge regionale n. 28 relativa ai finanziamenti dalla Regione Lazio per il piano di sviluppo zootecnico. Con i finanziamenti concessi all’Università Agraria di Monte Romano nell’anno 1976 iniziano i lavori del centro zootecnico “Lasco di Picio” con la costruzione della stalla e dei capannoni oltre alle sistemazione delle strade interpoderali “Prataccio-Costabella”- “Morto” – “Doganelle” – “Paolo Romano”.
23 settembre 1980 a seguito dell’atto deliberativo n. 1056/a 2495 e successivo n. 1183/a 2650, adottati dal Pio Istituto ed accettati dall’Università Agraria si stabiliva di transigere la causa pendente innanzi al Commissariato Usi Civici. Nei termini dell’accordo era compresa l’assegnazione in proprietà all’Università Agraria di Monte Romano, per la sua popolazione utente, di ettari 722.93.20, come stabilito dalla perizia del geom. Castellani, pari ad 1/8 del valore dell’intera proprietà del S. Spirito in comune di Monte Romano. Intanto, per effetto delle leggi istitutive del servizio sanitario nazionale, i terreni del predetto Pio Istituto S. Spirito, ricadenti nella circoscrizione amministrativa del Comune di Monte Romano, venivano trasferiti a quest’ultimo.
03 aprile 1981 con deliberazione n. 28 del Consiglio di Amministrazione del Comune di Monte Romano, si dava mandato al sindaco di espletare tutti gli atti necessari al fine di perfezionare l’accordo raggiunto tra l’U.A. e d il Pio Istituto. Successivamente con nota di trascrizione presentata alla Conservatoria dei registri Immobiliari di Civitavecchia, trascritta il 14 marzo 1986 reg. gen.le n° 2022 reg. part. 1586 si chiedeva la trascrizione dell’atto di transazione stipulato tra l’Università Agraria ed il Comune di Monte Romano in data 23 luglio 1982, mediante il quale il Comune di Monte Romano, a titolo di liquidazione transattivi degli usi civici di semina, pascolo e legnatico rivendicati dall’Università Agraria di Monte Romano, per la sua popolazione utente, sulle terre già di proprietà dell’ex Pio Istituto di S. Spirito, ha ceduto e trasferito in piena e libera proprietà alla predetta Università Agraria, le terre site nei vocaboli “Polledrara, Costabella, Casali Blandi, Grottino, Poggio Tondo, Lasco di Picio, Cerqueto e Poggio Viterbese, per una superficie complessiva di ettari 722.93.20. Nell’accordo era previsto inoltre la continuazione del rapporto di affitto da parte dell’U.A. delle terre comprese nelle località “Nasso – Ancarano” oltre alla sistemazione della situazione debitoria, stabilita nella misura di L. 210.000.000, che l’U.A. doveva corrispondere al Pio Istituto S. Spirito e ai suoi aventi causa , da corrispondere in varie rate entro il 1989, il tutto come previsto dalla deliberazione n. 47 del 17 marzo 1982 del Consiglio di Amministrazione dell’U.A. di Monte Romano.
03 maggio 1991 lettera dell’Università Agraria di Tarquinia all’università Agraria di Monte Romano con la quale si intimava il rilascio dei terreni della tenuta “Ancarano” e parte della Tenuta “Poggio Tondo” siti in comune di Tarquinia per circa ettari 1.500. I suddetti terreni già di proprietà del Pio Istituto di S. Spirito erano transitati al Comune di Tarquinia ex articolo 66 della Legge 833/1978 e quindi dal Comune all’Università Agraria di Tarquinia per effetto della conciliazione approvata con delibera della Giunta Regionale del Lazio n. 323 del 25.01.1983. Con la sopra citata lettera iniziava l’annosa vertenza tra le due Università Agrarie per il rilascio dei terreni; alla data odierna sono in corso trattative per una bonaria conciliazione.