Studio Ornitologico
Studio Ornitologico degli ambienti aridi pastorali nel territorio dell’Università Agraria di Monte Romano
METODI E OBIETTIVI DELLO STUDIO
La componente ornitica della comunità animale è stata indagata attraverso la metodologia internazionalmente validata dei Punti d’ascolto (Blondel et al. 1970) e con uscite mirate, per rilevare le specie più elusive e notturne che possono non essere contattate con i metodi di censimento standardizzati. Con questa doppia procedura si è delineato un quadro qualitativo e semi-quantitativo dell’avifauna presente nel territorio dell’Università Agraria di Monteromano.
Sono state individuate 16 stazioni d’ascolto, spaziate almeno 100 metri l’una dall’altra. (Bibby et al. 1993).
Fig. 1. Ubicazione dei Punti d’ascolto nell’area in esame.
Sono state effettuate 5 ripetizioni, con intervallo di ca. 15 giorni da fine aprile a metà luglio 2009.
Si allega ortofoto con georeferenziamento tramite G.P.S. (Global Position System) delle stazioni di rilevamento (Punti d’ascolto).
Per poter rilevare l’impatto delle “chiudende” sull’ Avifauna del comprensorio, sono indispensabili uno o due ulteriori anni di rilevamento. Questo studio rappresenta una analisi fine del “prima dell’intervento” e si auspica che per il compimento definitivo del lavoro si possa rilevare ex post, nelle stagioni riproduttive 2010 e 2011. Le comunità ornitiche reagiscono in modo rapido alle modificazioni dell’ambiente a differenza di altri taxa, a causa della loro elevata vagilità, tuttavia un periodo di due anni di rilevamento “dopo l’intervento”, sembra un tempo minimo e necessario per valutare gli effetti dell’opera di razionalizzazione del pascolamento.
RISULTATI
Al fine di tracciare un quadro qualitativo il più possibile esauriente degli uccelli presenti nell’area di indagine, si presentano i risultati sotto forma di check list, con l’indicazione delle specie presenti in Direttiva 79/409/CEE "Uccelli" e successivi “Allegati”e di quelle rilevate al di fuori dei punti d’ascolto e nelle uscite mirate specie-specifiche. Si allega la tabella sinottica del popolamento ornitico nidificante.
Tab 1. Check-list dell’avifauna nidificante nel comprensorio dell’Università Agraria di Monte Romano. Specie, Direttiva Uccelli, Fenologia: R= Specie residente, MB= Specie migratrice e nidificante.
Sono risultate presenti 58 specie nidificanti, delle quali, due rilevate al di fuori dei Punti d’ascolto, contattate in controlli mirati, e 11 specie presenti in Direttiva Uccelli.
L’elevato numero di specie presenti nelle Direttiva Uccelli, dà conto del livello di elevata naturalità dell’area di studio. Misure conservazionistiche per gli Uccelli presenti in Direttiva, sono auspicate negli schemi attuativi di Rete Natura 2000 e costituiscono un riferimento di particolare interesse nel contesto dell’elaborazione della Rete Ecologica Regionale.
In calce al lavoro, vengono presentate le ipotesi di gestione per Occhione Burhinus oedicnemus e Ghiandaia marina Coracias garrulus, che per la loro caratteristica di specie *ombrello* e specie *bandiera* e per la esiguità delle loro popolazioni italiane, vengono individuate come le specie su cui puntare per operare le opportune misure di gestione.
Le specie *ombrello* si possono definire come taxon, la conservazione dei quali, porta come effetto la salvaguardia di altre specie (spesso di grande interesse naturalistico) simpatriche. Le specie *bandiera* invece, sono quelle in grado di coinvolgere un grande numero di persone, per motivi legati alla bellezza, o ad aspetti inerenti la loro ecoetologia specifica che le rende, in qualche misura, specie carismatiche.
Per le specie presenti nelle Direttiva Uccelli si forniscono schede di riferimento e considerazioni relative all’area di studio:
- Nibbio bruno, Milvus migrans
Specie politipica a distribuzione europea.E’ una specie legata agli ecosistemi forestali che si alternano a zone aperte che utilizza come aree di caccia. Si riproduce, talora in maniera coloniale su alberi ed eccezionalmente su pareti rocciose. E’ specie migratrice e nidificante in Italia e nell’area in esame. Dal punto di vista trofico è una specie molto eclettica, essendo sostanzialmente un necrofago. Si ciba di carcasse di ogni specie animale e nell’area di Monte Romano è stato osservato sia in alimentazione su ovini morti, sia in foraggiamento sul Fiume Mignone. Nel territorio dell’Università Agraria di Monte Romano è presente almeno una coppia nidificante in area di querceto misto.
- Falco pecchiaiolo, Pernis apivorus
Elemento a corologia europea. Nidifica in formazioni boschive più estese rispetto al Nibbio bruno, ma con caratteristiche fisionomiche dell’ambiente simili: un patch di bosco, macchia e vegetazione degradata. La sua alimentazione è costituita da grossi imenotteri sociali, che preda direttamente nei “favi”. E’ simile alla Poiana, Buteo buteo, ma ha forma più snella e soprattutto testa piccola e prominente. E’specie migratrice e nidificante regolare. La sua popolazione laziale è valutata intorno alle 100 coppie nidificanti. Nell’area in esame è presente una coppia riproduttrice.
- Biancone, Circaetus gallicus
Specie di origine paleartico orientale è presente in Italia da marzo a settembre. L’habitat riproduttivo è costituto nel Lazio da boschi misti di querce mediterranee, alternate a garighe e pascoli. La sua alimentazione quasi esclusivamente erpetofaga. E’ un rapace di grandi dimensioni, che non presenta problemi di identificazione. Le minacce per la sopravvivenza delle sue popolazioni sono rappresentate dalla trasformazione degli habitat di nidificazione, dalla diminuzione del numero di capi di bestiame al pascolamento, dall’impoverimento delle erpetocenosi e dalle uccisioni illegali. Nell’area di Studio è presente almeno una coppia, nel mosaico collinare di boschi e garighe che degradano verso il Fiume Mignone.
- Occhione, Burhinus oedicnemus Status e misure di conservazione nell’Area di Studio.E’ specie politipica a distribuzione paleartico orientale. L’Occhione Burhinus oedicnemus è un Charadriiformes legato ad ambienti aridi, di pseudosteppa mediterranea, prato-pascoli ed agroecosistemi. In Italia, l'Occhione è migratore e nidificante regolare, svernante parziale e mostra distribuzione ristretta e presenza localizzata.
Nel Lazio la sua popolazione è valutata intorno alle 50 coppie nidificanti. Le aree riproduttive vengono occupate nella norma dall’ultima decade di marzo alla prima settimana di aprile. La deposizione delle uova avviene mediamente tra il 10 e il 30 aprile.
Nell’area di ricerca sono state reperite 3-4 coppie nidificanti attraverso controlli mirati specie-specifici.
Per questa specie, considerata la sua rarefazione italiana, l’elevato interesse conservazionistici su scala europea e il recente “focus” di cui è stato ed è oggetto di attenzione da parte della comunità scientifica nazionale, si potrebbero operare misure gestionali appropriate:
- Studio di dettaglio dell’habitat fine nel territorio dell’Università Agraria di Monteromano, misura questa preliminare alle ipotesi gestionali.
- Gestione dei carichi di pascolamento da modulare in relazione alle condizioni edafiche stazionali.
- Monitoraggio pluriennale della popolazione.
- Opera di divulgazione nei confronti della popolazione locale tesa ad evidenziare l’importanza di questa minacciatissima specie.
- Progetti di divulgazione nelle scuole e in altri enti formativi.
- Succiacapre Caprimulgus europaeus
Il Succiacapre è un elemento eurocentroasitico-mediterraneo. In Italia è specie migratrice e nidificante e presenta una distribuzione ampia ed una presenza diffusa. L’habitat del succiacapre è rappresentato nell’area in esame dal querceto mediterraneo e dalle sue forme di degradazione verso la macchia bassa e la gariga. Per la sua presenza è necessaria la presenza di alternanza di vegetazione erbacea bassa e rada e terreno nudo. Si ciba esclusivamente di insetti catturati in volo. Utilizza posatoi di caccia dai quali si tuffa all’inseguimento della preda che poi trattiene nel becco, munito di “setole” nella parte basale. Nell’area in esame è stato riscontrato nei controlli mirati ad hoc per le specie notturne ed elusive, più abbondante nella fascia di gariga che sormonta il Fiume Mignone.
- Ghaiandaia marina, Coracias garrulus Status e misure di conservazione nell’Area di Studio. La Ghiandaia marina è specie politipica a distribuzione euroturanico-mediterranea. Raggiunge i quartieri riproduttivi nell’ultima settimana di aprile e inizia subito la formazione delle coppie, compie meravigliose parate nuziali che constano di loop e di discese spettacolari del maschio che insegue la femmina in giravolte vertiginose oppure, dapprima in posizione di stallo, si tuffa in picchiata tallonando da vicino la partner.
E’ specie termofila, legata agli ambienti a mosaico costituiti da formazioni di bosco misto del piano basale, garighe, cespuglietti, pascoli. Per la nidificazione utilizza una molteplicità di cavità sia di origine naturale, sia artificiale.
La sua popolazione nazionale è valutata tra le 500 e le 800 coppie, mentre quella laziale tra le 50 e le 100 coppie, prevalentemente nel viterbese.
L’interesse conservazionistici quindi appare evidente, sia per la rarità intrinseca della specie, sia per la caratteristica della Ghiandaia marina di rappresentare perfettamente una “specie bandiera” per la bellezza indubitabile e per l’eco-etologia di estremo interesse e ancora parzialmente studiata in ambito europeo.
Nell’area di studio è presente una coppia nidificante, ma considerate le potenziali risorse trofiche per la specie, la carryng capacity dell’ambiente si presta a ipotesi conservazionistiche con presupposti teorici robusti.
Le misure che possono proporsi nel comprensorio possono sintetizzarsi in:
- Rilascio nel taglio di fine turno di piante che presentino cavità adatte alla sua nidificazione.
- Creazione di pareti verticali artificiali a tessitura sabbiosa nei terreni che degradano verso il Fiume Mignone, o in altre aree idonee da identificare tramite studio di fattibilità.
- Utilizzo di cassette nido
- Monitoraggio della popolazione nidificante
- Progetti di sensibilizzazione.
- Calandra, Melanocorypha calandra
E’ specie mediterranea, legata ad ambienti parzialmente serici, sedentaria e nidificante, a parte alcuni erratismi in periodo invernale. E’ l’Auladidae di maggiori dimensioni, ed effettua parate nuziali spettacolari nelle quali evidenzia un repertorio vocale molto vario che prevede numerose strofe imitative di altre specie di uccelli. Nel Lazio non supera i 500 metri di altitudine, per la sua caratterizzazione steppica e termofila. Nell’area di indagine è stato reperito solo nei pascoli iper-sfruttati nei pressi di Fontana dei Giunchi. E’ minacciata principalmente dalla diminuzione delle aree di pseudosteppa mediterranea, dalla semplificazione delle cenosi erbacee conseguente all’uso degli anticrittogamici e dal bracconaggio.
- Tottavilla Lullula arborea
E’ specie politipica a corologia europea. E’ l’Allodola maggiormente legata agli ambienti forestali, (anche se ne utilizza i margini), agli ecotoni ed alla macchia bassa. Ha dimensioni inferiori agli altri Auladidae ed è facilmente riconoscibile in volo per la coda più corta e per il caratteristico canto. La Tottavilla è migratrice, nidificante regolare e dispersiva. Spesso le sue migrazioni sono verticali soprattutto al nord del suo areale distributivo italiano, scendendo a valle nella stagione fredda. Nell’area di studio non presenta particolari problemi conservazionistici, in quanto i tipici ambienti di riproduzione della specie sono ben rappresentati e in buono stato di salute.
-Calandro Anthus campestris
Specie paleartica, questo Motacillidae è estremamente legato ad ambienti secchi e xerici, con vegetazione erbacea bassa e presenza di scheletro affiorante. In Italia è specie migratrice e nidificante regolare. Altamente territoriale, lo si riscontra sempre con base densità riproduttive in tutto il suo areale distributivo. In diminuzione a causa della diminuzione dei capi di bestiame e dei carichi di pascolamento. Nell’area di studio è stato riscontrato esclusivamente nei pascoli xerici nei pressi del Fontanile Paoloroma, l’unica area che presenti condizioni ambientali idonee alla specie.
Per i risultati semi-quantitativi della comunità nidificante, si presentano i risultati complessivi espressi attraverso le frequenze, l’Abbondanza, la Ricchezza e l’IPA medio per specie e per stazione.
Tab. 2. Parametri complessivi della comunità ornitica nidificante nel territorio dell’Università Agraria di Monteromano. Ipam= I.P.A. medio per stazione d’ascolto.
Per analizzare le relazioni intraspecifiche all’interno della comunità ornitica nidificante vengono riportate di seguito (Tab.3) il Totale dell’Indice di Diversità, la sua media, la Ricchezza, l’Abbondanza calcolata con l’IPA media e l’Equiripartizione.
Tab. 3. Parametri complessivi della comunità ornitica nidificante e relazioni intracomunità nell’Area di studio.
Le specie appartenenti ai Non Passeriformes sono 19 e le specie di Passeriformes 39. Il Rapporto NonPasseriformes/Passeriformes è pari a 0,49. Il valore risulta estremamente elevato e questo indice è considerato un buon indicatore della complessità del popolamento ornitico. Molte delle specie di non passeriformi sono rapaci migratori, quindi l’alto valore di questo parametro ci fornisce informazioni sulla buona diversificazione nel popolamento naturale di un ecosistema, essendo i rapaci spesso ai vertici di catene trofiche complesse. Per confronto, alla Selva del Lamone, area anch’essa ad elevata naturalità il Rapporto NonPasseriformes/Passeriformes è stato di molto inferiore risultando pari a 0,35. (Meschini e Ianniello 1997).
I principali parametri che descrivono la comunità ornitica vengono analizzati tramite confronto con uno studio condotto, con le stesse metodologie, in un'altra area del viterbese.
Si tratta degli ambienti aperti situati all’interno del comune di Acquapendente che comprendono seminativi (coltivati a grano, orzo e mais), incolti, seminativi a riposo (set-aside), oliveti e pascoli.
Dal confronto emerge che le due aree hanno valori simili per quanto riguarda la ricchezza e l’equiripartizione mentre la comunità di Monte Romano è superiore per importanti parametri come l’abbondanza e soprattutto l’indice di diversità. Quest’ultimo indice in particolare, è un valore sintetico che può ben rappresentare il buon grado di conservazione dell’agroecosistema delle garighe e dei pascoli studiati a Monte Romano.
Tab. 4
Si sottolinea ancora, che per ottenere compiutamente i risultati prefissati, risulta indispensabile compiere nuovi monitoraggi con identica metodologia nelle stagioni riproduttive 2011 e 2012 per valutare e pesare l’incidenza della messa in opera delle chiudende e delle inter-relazioni tra razionalizzazione dei pascoli e comunità degli uccelli nidificanti nell’Area di Studio.